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sabato 3 aprile 2010

L'integrazione lavorativa

"Disabile e Lavoro" è un quesito che sempre più frequentemente viene posto allo Sportello Disabili. Le opportunità lavorative sono poche e le informazioni per come accedervi non sono facili da trovare. Nonostante le agevolazioni fiscali e contributive a favore dei datori di lavoro, il numero degli occupati rimane sempre basso.
Varie sono le cause: l'ambito territoriale, le caratteristiche ambientali e culturali, la dimensione e la dispersione dell'utenza disabile, la disponibilità e la tipologia delle aziende obbligate all'assunzione. La prima legge sull'inserimento lavorativo delle persone con disabilità (L. 482 del 2 aprile 1968) prevedeva già un sistema impositivo nei confronti delle aziende, obbligandole ad assumere persone con invalidità superiore al 45%. La nuova legge ha mantenuto l'obbligo di assunzione, introducendo però una modalità di tipo consensuale e negoziale tra tutti gli attori coinvolti (disabili, aziende e servizi). L'approccio della L. 68/99 favorisce la conoscenza dei bisogni specifici della persona, mettendone in evidenza le capacità e le potenzialità. L'analisi valutativa viene quindi a configurarsi come un processo attivo, in cui i vari soggetti preposti a realizzare tale funzione sono tenuti ad esprimere un'adeguata valutazione della persona con disabilità, per metterne in luce le capacità lavorative e per individuare quali possono essere gli interventi più adatti a favorire il suo inserimento lavorativo.
Inserimento mirato significa "inserire la persona giusta, al posto giusto". Per far ciò è necessario conoscere la persona nella sua totalità, conoscere le sue attitudini, le sue capacità, le sue conoscenze e le sue potenzialità. E' necessario conoscere le offerte: conoscere la mansione in relazione al luogo di lavoro, agli strumenti lavorativi a disposizione, al vissuto psicologico/relazionale di chi deve essere inserito. Significa rendere accessibili gli ambienti di lavoro, sia sotto l'aspetto logistico (barriere architettoniche), sia sotto l'aspetto psico - relazionale delle persone con disabilità. Ogni persona è diversa dall'altra e le varie invalidità civili sono dovute a molteplici fattori: disabilità motoria o psichica, disabilità sensoriale, patologia psichiatrica, patologia tumorale o altre malattie rare, gravi o invalidanti.
Molto spesso le famiglie delle persone con disabilità si rivolgono agli operatori dei servizi per chiedere se esiste un futuro lavorativo per i loro figli, se anche loro possono avere la possibilità di svolgere un’attività lavorativa ma molto spesso o quasi sempre si sentono dire che il territorio non offre molte opportunità, che non ci sono soldi per finanziare progetti di inserimento lavorativo, insomma che è meglio rinunciare a questo loro desiderio, bisogno. Le famiglie si sentono ancora più sole.

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