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martedì 1 aprile 2008

Adolescenti e Gioco

Adolescenti e gioco d’azzardo

Il gioco è un’attività che fin dalla nascita si vede praticare dai bambini.
Si gioca per il piacere di farlo, senza che per altro questo comportamento venga indotto o forzato dall’esterno.
In condizioni ambientali favorevoli, il gioco produce eccitazione e stimola la fantasia e la creatività.
Grazie al gioco tutti noi abbiamo imparato a rispettare le prime regole (regole di gioco) che abbiamo in seguito generalizzato nella vita sociale, con gli altri; abbiamo appreso i diversi ruoli e giocato al “far finta di”.
Fin qui abbiamo parlato di gioco sano e giusto ma quando non si gioca più per il piacere di farlo o per il piacere del divertimento o per quello di passare un momento per stare in compagnia dell’ altro e cioè quando si supera la soglia della normalità, in quel momento dobbiamo cominciare a preoccuparci.

Ma gli adolescenti chi sono?

Tutti noi siamo stati adolescenti e sappiamo benissimo che è stato un periodo non facile a causa di quei cambiamenti che si mettono in moto dal punto di vista fisiologico, affettivo, relazionale con le figure più importanti quali i familiari, il gruppo dei pari etc. E poi l’adolescenza segna quel passaggio, quella porta di ingresso al mondo degli adulti!
L’adolescenza è intesa come fase evolutiva con lo scopo dell’adempimento di compiti evolutivi, quali il raggiungimento dell’autonomia e dell’identità adulta, della piena socializzazione lavorativa e familiare.

Il rischio in adolescenza

“Il rischio è parte integrante della vita dell’uomo e sottende ogni tendenza evolutiva verso il raggiungimento di nuovi traguardi di sviluppo…
…La curiosità esplorativa, la sperimentazione, il cimentarsi e il mettersi alla prova, il piacere di riuscire ad avere controllo sulla realtà, come anche la sensazione di eccitazione e di brivido, sono per così dire comportamenti rischiosi normali, ossia che accompagnano l’uomo nella sua crescita ed evoluzione...
È noto il ruolo del narcisismo negli adolescenti, di quell’egocentrismo che spesso sfocia nell’illusione di essere invulnerabili: l’idea di essere al centro del mondo, di avere una “favola personale” ,distoglie l’attenzione dalla concretezza, misconoscendo i limiti, in quanto soffocanti.
Il bisogno di sentirsi al centro dell’attenzione può trovare nei comportamenti rischiosi eclatanti il suo mezzo di realizzazione, specialmente là dove vi siano insicurezze, fragilità e confusione.
Rischiare significa intraprendere un’azione che potrebbe, con una certa probabilità, avere conseguenze negative.
Il rischio assume così un valore compensatorio di lacune narcisistiche e relazionali; è un atto illusoriamente magico per risolvere le proprie debolezze e frustrazioni che inquinano la quotidianità.
Questo vale soprattutto per gli adolescenti cosiddetti vulnerabili, ossia particolarmente sensibili ai vissuti di incertezza, alle conferme da parte del contesto, che collezionano stati di sofferenza come vergogna, timore, rabbia. È a questo punto che l’azione rischiosa rappresenta una via di fuga, per riscattarsi dallo smacco, per rivalutarsi di fronte a sé e agli altri.




UNA PARTICOLARE CONDOTTA RISCHIOSA: IL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO NEGLI ADOLESCENTI

Da alcuni anni, anche nel nostro paese, le macchinette (slot machine) rappresentano la forma di gioco predominante tra i giovani.
Alla presenza massiccia di tale gioco sul territorio si aggiunge il sentimento di noia di molti giovani, la necessità di ammazzare il tempo, il voler non essere da meno dei compagni, il desiderio di vincere qualche soldo.
Negli ultimi anni c’è stato un aumento del gioco d’azzardo negli adolescenti, probabilmente alcuni fattori hanno contribuito all’aumentare del fenomeno come:

• la crescente liberalizzazione, la maggiore tolleranza se non addirittura l’incoraggiamento verso il gioco d’azzardo come attività innocua;
• la ritardata presa di coscienza del problema;
• la scarsa attenzione nei confronti di programmi di informazione per la creazione di una consapevolezza collettiva dei problemi legati al gioco.

Nella mia esperienza con gli adolescenti attraverso progetti di prevenzione in ambito scolastico, posso dire che è molto difficile entrare nel loro mondo ed è altrettanto difficile utilizzare il loro linguaggio. Ritengo che la prevenzione sia uno strumento importante soprattutto in questa fase critica ma penso anche che non è per niente facile lavorare con questa fascia di età.
Per gli adolescenti è difficile ammettere di avere un problema o di vedere il problema, figuriamoci, è già difficile per un adulto prendere la consapevolezza e ammettere di avere un problema di gioco!. È per tale ragione che ritengo fondamentale imparare a calarsi nei panni di un adolescente, entrare a conoscere quel loro mondo, avvicinarsi a loro, ancor prima di iniziare nel volerli coinvolgere in un programma di prevenzione che quasi sempre risulta loro noioso o rappresenta il modo di non fare lezione in quella ora. A volte ho sentito dire loro “e quanto siete esagerati, ora anche giocare è un problema; che volete che sia farsi una partita alle macchinette!!”.
Penso che non dobbiamo mai smettere di “fare prevenzione”, di informare, di far conoscere e penso anche che non dobbiamo arrenderci di fronte alle difficoltà che incontriamo con gli adolescenti.
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