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domenica 7 ottobre 2007

Lo Shopping Compulsivo

Lo shopping compulsivo

Lo shopping è un’attività che tutti noi pratichiamo, spesso anche per concedersi un momento di autogratificazione. E’ normale chiedersi, a questo punto, quando tale comportamento arriva ad assumere caratteristiche patologiche. Black, professore di psichiatria alla Scuola di Medicina di Iowa, sostiene che lo shopping diventa problematico quando invalida la vita sociale, relazionale, il matrimonio ed il benessere finanziario del soggetto (Ethridge, 2002).
Una delle caratteristiche più importanti della sindrome da shopping è quella di comprendere diverse forme di disagio in un disturbo complesso, che è sempre stato difficile classificare nell’ambito dei disagi della mente.
Lo shopping compulsivo rappresenta, infatti, un disturbo che implica tre caratteristiche psicopatologiche distinte, presenti spesso contemporaneamente:
1. controllo deficitario dell’impulso
2. ideazione ossessiva
3. dipendenza da un’attività
L’esistenza di un deficit nel controllo è testimoniata dall’impulso a comprare vissuto in modo dirompente ed irresistibile. Questa incontrollabile spinta all’acquisto, presente negli shopper compulsivi, è stata definita “buying impulse" e viene descritta come una pervasiva tendenza distruttiva ed eccessiva, che crea un bisogno urgente che preme per essere soddisfatto. Tale caratteristica rende questo comportamento per alcuni aspetti simile ad altre manifestazioni di scarso controllo dei propri istinti, come il gioco d’azzardo patologico e la cleptomania. La ripetitività dei comportamenti di acquisto e la ciclicità delle crisi hanno portato in risalto anche il carattere ossessivo del disturbo che sembra aumentare, come accade per altre problematiche di tipo ossessivo, in corrispondenza delle situazioni di stress. Ma la caratteristica che senza dubbio appare spesso più difficile da sradicare concerne la dipendenza dall’attività di acquisto che si instaura in questo tipo di comportamento e che ha portato a parlare anche di "addictive buying” ovvero di dipendenza dagli acquisti. In proposito in letteratura sono state descritte delle vere e proprie "crisi di astinenza" concomitanti alla sospensione temporanea dell’attività di acquisto.
Lo shopping compulsivo, in effetti, presenta molte caratteristiche simili alla dipendenza da sostanze: la tolleranza porta i soggetti ad incrementare progressivamente tempo e denaro speso negli acquisti, così come i tossicodipendenti devono aumentare la dose di assunzione della sostanza per ottenere gli effetti desiderati. Il craving, l’incapacità di controllare l’impulso a mettere in atto il comportamento è presente in entrambe le patologie, in particolare nella dipendenza dagli acquisti esso assume le caratteristiche della compulsione, intesa come alleviazione di un sentimento spiacevole. L’astinenza produce un grande malessere nello shopper compulsivo che, per qualche motivo, si trovi impossibilitato a fare acquisti.

McElroy (1994) è stata una delle prime autrici ad occuparsi dei criteri diagnostici dello shopping compulsivo e ha indicato i seguenti criteri per effettuare tale diagnosi:

A. La preoccupazione, l’impulso o il comportamento del comprare non adattivi come indicato da uno dei seguenti elementi:
1. frequente preoccupazione o impulso a comprare, esperiti come irresistibili, intrusivi o insensati;
2. comprare frequentemente al di sopra delle proprie possibilità, spesso oggetti inutili (o di cui non si ha bisogno), per un periodo di tempo più lungo di quello stabilito.

B. La preoccupazione, l’impulso o l’atto del comprare causano stress marcato, fanno consumare tempo, interferiscono significativamente con il funzionamento sociale e lavorativo o determinano problemi finanziari (indebitamento o bancarotta).

C. Il comprare in maniera eccessiva non si presenta esclusivamente durante i periodi di mania o ipomania.

La prevalenza di questo disturbo viene stimata all’80% nel sesso femminile, specialmente di giovane età. Prima del comportamento compulsivo è frequente la presenza di stati d’ira, frustrazione, tristezza e solitudine che vengono sostituiti da una sensazione di onnipotenza, euforia e persino eccitazione sessuale durante l’acquisto. Dopo di esso si avverte un forte calo di tensione e una sensazione di forte gratificazione, anche se di breve durata in quanto repentinamente sopraggiungono profondi sensi di colpa e l’intensa vergogna per il proprio comportamento che provocano profonde sofferenze e notevoli danni all’autostima.
Per quanto riguarda la tipologia dei prodotti prediletti dai “compulsive shoppers” le donne sembrano più predisposte all’acquisto di oggetti che aumentino e migliorino il loro aspetto fisico e, quindi, il loro potere seduttivo quali: scarpe, vestiti, borse, profumi e gioielli. Come si può notare gli oggetti summenzionati sono tutti strumenti che rientrano nell’immaginario collettivo di bellezza o cura dell’aspetto. Questo dato è di fondamentale importanza perché fornisce indicazioni molto utili sulle cause ipotetiche dello shopping compulsivo. Una delle cause riscontrate da tutti gli autori che hanno trattato lo shopping compulsivo è il basso livello di autostima che queste persone cercano di colmare fagocitando oggetti come per riempire il vuoto esperito. L’attrazione per questo genere di articoli da parte delle donne può essere correlato al tentativo di migliorare il proprio livello di autostima attraverso un miglioramento della propria immagine ma, chiaramente, le cause sottostanti la dipendenza da shopping hanno radici più profonde che esulano dal semplice aspetto esteriore. Per esemplificare questo concetto riportiamo un caso clinico.
Gli uomini, invece, prediligono simboli di potere e prestigio, come telefonini, computer, attrezzi sportivi, etc. Gli oggetti acquistati sono in ogni caso inutili e spesso vengono regalati o buttati via, o addirittura nascosti in un angolo della casa, lontano dalla vista del soggetto e soprattutto dei familiari, che in genere sono all’oscuro del problema. Anche nel caso degli uomini affetti da dipendenza da shopping uno dei problemi e delle cause più frequenti risiede nel basso livello di autostima riferito dai soggetti ma, come si nota dalla tipologia di oggetti diversa, rispetto a quella delle donne, il tentativo di apparire migliori ai propri e altrui occhi sfocia nell’acquisto di status simbol che rappresentino il potere e il progresso.


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