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giovedì 14 maggio 2009

L'autonomia

L’autonomia di una persona non va considerata unicamente all’interno dei confini della forza dell’Io e delle risorse intrapsichiche. Il raggiungimento dell’autonomia è strettamente legato alla “lealtà” verso la famiglia di origine. “Gli impegni di lealtà” dei singoli membri della famiglia sono indicatori del bilancio della giustizia familiare: costituiscono una determinante invisibile, intrinseca di catene di azioni-reazioni tra i membri della famiglia attraverso le generazioni.
Può succedere che il figlio per esempio, può rimanere indebitato verso i genitori che hanno fatto tanto per lui, e ripagarli attraverso forme patologiche di lealtà come il non riuscire a crescere emotivamente o a separarsi. In questo contesto qualsiasi psicopatologia e insuccesso di maturazione equivale ad un pagamento per la gratitudine e la lealtà dovute ai genitori (figli come oggetti sacrificali).
Gli adulti che non hanno adeguatamente elaborato la loro separazione emotiva e il senso di colpa, posso rimanere inconsciamente troppo impegnati e leali verso le famiglie di origine. I loro figli possono allora essere usati come oggetto sostitutivo di gratificazione per la dipendenza non esaudita dei genitori. I genitori possono anche cercare di ripagare il loro debito verso i propri genitori con un atteggiamento oblativo verso i figli, atteggiandosi a martiri e generando sensi di colpa. Che succede allora? Quando ai bambini non è permesso di essere tali, di perseguire i propri interessi e bisogni, si sentono iper-responsabili e cercano di svolgere funzioni genitoriali: il figlio genitorializzato.

L’individuo è membro di un sistema relazionale attraverso il suo impegno di lealtà. È impegnato verso la famiglia attraverso obblighi sia manifesti sia invisibili. È una tendenza umana attendersi una giusta ricompensa ai propri contributi “dopo tutto quello che ho fatto per te, questo è il ringraziamento, andartene, fregandotene della nostra famiglia” e dovere una giusta ricompensa per i benefici ricevuti dagli altri.
L’unione tra due persone spesso provoca un confronto tra due sistemi di lealtà verso la famiglia nucleare. L’obbligo “irrisolto” verso la famiglia di origine lo chiamiamo “lealtà originale”. Quando un uomo e una donna decidono di stare insieme, la loro lealtà verso la futura unità familiare nucleare deve raggiungere una tale importanza, da permettere loro di “superare” le lealtà originali”.
Molto spesso nel mio lavoro con le coppie, ho potuto constatare che quasi sempre, quando ci sono conflitti coniugali, un sintomo scatenante (es. una dipendenza patologica) di uno dei coniugi o di un figlio, dietro al malessere che la famiglia o un membro porta in terapia, si nascondono “lealtà originali” congelate, ossia conflitti di lealtà che non permettono all’intero sistema familiare, di raggiungere un equilibrio sano. La formazione di un capro espiatorio in una famiglia può servire ad evitare le lealtà familiari irrisolte. Allora se il “tempo” della famiglia è quello giusto, il terapeuta deve chiamare tutti i membri della famiglia nucleare per “scongelare” obblighi irrisolti.


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