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martedì 21 ottobre 2008

Le interazioni triadiche

Le interazioni triadiche

L’unità di base in cui sviluppiamo le nostre relazioni intime è il triangolo primario che è costituito dalla madre, dal padre e dal bambino. Così i bambini interiorizzano le relazioni che stabiliscono con i genitori, soprattutto con la madre, creando nelle loro menti dei modelli di tali relazioni.
I triangoli sono in costante movimento e cambiano di minuto in minuto, di ora in ora. I genitori ed il bambino imparano a muoversi all’interno di questo triangolo dove si fonderanno comportamenti individuali e diadici in varie combinazioni triangolari.
Quando è che nasce la “patologia” o si manifesta il sintomo del bambino?
I disturbi psicosomatici di un bambino o disturbi funzionali possono nascere per esempio in un matrimonio di una coppia che non è accettato dalla famiglia di origine di uno dei due, che a sua volta si viene a trovare in una situazione di conflitto di lealtà tra la sua famiglia nucleare e quella di origine. Allora il bambino con il suo disturbo può dirigere l’attenzioni della coppia coniugale che si deve attivare per risolvere la situazione ed evitare così il conflitto.
La letteratura sulla terapia familiare parla di “triangoli perversi” (Haley, 1971) e “triangoli rigidi” ( Minuchin, 1975), situazioni in cui le risorse del bambino sono utilizzate per regolare il conflitto coniugale. Facciamo alcuni esempi: il bambino viene preso in una disputa tra i genitori, incoraggiato velatamente a prendere le parti e a colludere con uno dei genitori contro l’altro, finendo in una posizione di ruolo che non è la sua e cioè in una posizione generazionale invertita, come la direbbe BoszormenyiNagy (1973), di “parentificazione”. Un altro esempio è quando il bambino può essere spinto ad assumere una posizione di “capro espiatorio” o di persona malata o vulnerabile, per evitare il conflitto coniugale.
I bambini imparano molto presto a muoversi all’interno delle relazioni con i genitori e percepiscono anche molto presto quando c’è bisogno di lui, di lui che si trova a “sacrificare” il suo ruolo pur di tenere uniti mamma e papà.
Si sente molto spesso dire “ma è ancora troppo piccolo per accorgersi che tra me e mio marito non scorre buon sangue……”; ma non è assolutamente vero, anche il bambino molto piccolo è in grado di percepire quando c’è qualcosa di “strano” ed è in grado, attraverso le sue risorse, di prendersi la briga di sistemare la situazione. E da qui nasce il sintomo!.


Bibliografia

-Byng-Hall, J. (1995). Le trame della famiglia. Attaccamento sicuro e cambiamento sistemico. Raffaello Cortina Editore, Milano 1998.

-Fivaz-Depeursinge, E., Corboz-Warnery, A. Il triangolo primario. Le prime interazioni triadiche tra padre, madre e bambino. Raffaello Cortina Editore, Milano 2000.

-Minuchin, S. (1978). Famiglie psicosomatiche. Astrolabio, Roma 1980.

-Norsa, D., Zavattini, G.C., (1997). Intimità e collusione. Teoria e tecnica della psicoterapia psicoanalitica di coppia. Raffaello Cortina Editore, Milano.

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